Il Tiki Taka? Uno stile di vita! Parola della nostra Noe

Ciao Noe, raccontaci qualcosa di te!

Ciao a tutti, sono Noe, ho 25 anni e mi sono laureata alla triennale in filosofia a Milano, dopo aver fatto il liceo scientifico sportivo. Per la magistrale, ho scelto di trasferirmi a Torino, per coniugare due grandi passioni: la filosofia e lo sport. Infatti, quando mi sono trasferita a settembre 2018, giocavo a calcio nel Torino. Purtroppo, però, un brutto e complicato problema alla caviglia mi ha costretta a subire due interventi chirurgici. Alla fine, mi ha spezzato il cuore: ho dovuto dire addio al calcio giocato. Per fortuna c’è il Tiki Taka, dove posso continuare a respirare il mondo sportivo che tanto amo e in cui sono cresciuta!

Quando sei entrata a far parte della squadra del Tiki Taka camp? E qual è il tuo ruolo?

Faccio parte dello staff del Tiki Taka camp ormai da diversi anni, ho perso il conto! Penso che la mia prima estate al camp sia quella del 2015! E il mio ruolo è quello di formatrice. In realtà, ancora prima del Tiki Taka, avevo lavorato con Mario – il nostro “capo” – al Funiño a Monza; che è un torneo internazionale di calcio giovanile, ispirato al modo in cui gli spagnoli, specialmente il Barcellona, insegnano il calcio alla propria cantera. E’ stato proprio Mario a spingermi a diventare formatrice del Tiki Taka. In realtà, non so se si può dire, ma mi ha quasi obbligata! Anche se devo ammettere che per una volta… ha avuto ragione! La prima estate che ho fatto il camp, all’ultimo giorno ho pianto e non volevo andare a casa…

Il Tiki Taka in tre parole

Squadra, estate, felicità!

Qual è il tuo ricordo più bello legato al Tiki Taka?

Ho moltissimi ricordi belli a cui sono davvero affezionata. Il Tiki Taka per me è stato un modo per crescere, per scoprire le mie potenzialità, per mettermi in gioco, per sconfiggere la timidezza. Ci sono tantissimi episodi che potrei raccontare legati a questi aspetti più introspettivi. Al mio primo anno, gli altri ragazzi dello staff mi hanno costretta a ballare davanti a tutti. Se non sono morta di imbarazzo è già un successo! Ma quel momento in cui i miei colleghi iniziavano a diventare miei amici è stato davvero un punto di svolta. Ho iniziato ad aprirmi e sorridere di più, riuscendo a stabilire un contatto migliore coi bambini. Ovviamente, lavorare coi bambini è davvero una formazione continua e di una bellezza indescrivibile, per cui ogni giorno capitano episodi indimenticabili.

Dicci di più! Vuoi raccontarci qualche episodio in particolare?

Mi ricordo un torneo di pallamano in cui i bambini si sono divertiti tantissimo e non volevano cambiare attività; oppure quando ho ritrovato al camp alcuni dei bambini che avevo allenato e mi chiamavano mister! per mostrarmi qualcosa che hanno imparato o raccontarmi le vacanze. Alcuni dei miei ricordi preferiti sono legati a un bambino con problemi di autismo. Una volta ha smesso di rincorrere un altro bambino con un bastone “per darglielo in testa” per spiegarmi come mai gli piacciono tanto i dinosauri. Ma l’evento più iconico rimane il crollo del tendone, durante letteralmente una tempesta tutti correvano sotto le tribune. Mentre Mario urlava “Mettete in salvo i bambini!”, alcuni coraggiosi formatori cercavano di non far volare via il tendone. Dopo una strenua battaglia contro vento e pioggia, abbiamo ceduto. Ma abbiamo riso moltissimo per tutte le settimane seguenti e ogni volta che sento la parola “tendone”, in qualsiasi contesto, mi scappa un sorriso.

I punti di forza del Tiki Taka rispetto a un altro camp?

Quello che mi piace del Tiki Taka è che è un posto dove ci si sente a casa. Appena sono tornata dal mio Erasmus a Valencia, l’estate scorsa, sono andata a passare una giornata al Tiki Taka, perché come dicevo all’inizio si respira quella positività e leggerezza che dà la passione condivisa da tutti per lo sport. Sensazione di voler provare a essere davvero una squadra. Forse l’unicità del Tiki, per me, è proprio questa, il cercare di tenere insieme e in equilibrio questi due aspetti: considerare la singolarità di tutti, bambini e formatori, e proprio perché parte di una squadra, di qualcosa di più grande di te, ciascuno dà il massimo in tutto ciò che si fa e che deve fare in quel momento (nel gioco, nella preparazione dell’attività, nel partecipare con entusiasmo alle attività proposte…), dando alla fine un contributo unico e che arricchisce chi gli sta intorno.

Qual è la filosofia del Tiki, secondo te?

Tutti nella stessa direzione per raggiungere degli obiettivi, mettendosi in gioco e sviluppando la propria creatività. Questa è una cosa in cui credo molto ed è un po’ la filosofia del Tiki: divertirsi imparando e imparare divertendosi! I bambini sono molto ricettivi, svegli, e tramite i giochi apprendono molto velocemente non solo gli aspetti tecnico-tattici degli sport, ma anche il modus vivendi dello sport sano: la condivisione, la lealtà, l’empatia, il provare a mettersi nei panni di un altro bambino e così via. Non è sempre facile, ma è una fatica che a lungo andare ripaga tutti con tanta, tanta felicità.

Cosa ti aspetti dal camp 2021?

Dal camp 2021 mi aspetto tutto quello di cui ho parlato finora. Specialmente, un’attenzione importante da parte di tutti i formatori, vecchi e nuovi, a organizzare al meglio il camp. Credo che sia proprio la preparazione e il tempo impiegato a qualcosa che ci permette di lavorare bene e divertirci tutti insieme con i bambini.

Obiettivi per il 2021 del Tiki Taka? E tuo personale?

Come obiettivo Tiki direi semplicemente organizzarci al meglio e far stare bene i bambini, farli sorridere e divertire. Purtroppo in questo periodo sono privati di qualcosa che è davvero vitale, soprattutto per loro: gli amici, lo sport, l’aria aperta! Insomma un po’ di leggerezza per tutti.
Mio obiettivo personale è laurearmi a luglio, speriamo in bene!

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Non guardo troppo in là, per ora mi basta laurearmi e fare un po’ di Tiki Taka e mi piacerebbe tornare a Valencia qualche giorno. E poi, con una bella dose di positività, a settembre inizierò a cercare lavoro come insegnante, ma non mi precludo nessuna strada!

Un saluto a tutti i bimbi e a tutti i miei amici e colleghi che purtroppo non vedo da un po’ di tempo! Ci vediamo prestissimo al Tiki Taka!

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